1939

Per non sprecare nemmeno una goccia di latte, 114 contadini fanno una cooperativa

La storia del caseificio il Battistero ricalca un po’ l’origine stessa del Parmigiano Reggiano che, si dice, fu “inventato” dai monaci benedettini nel medioevo per non sprecare nemmeno una goccia del latte prodotto dalle loro terre e trasformarlo in un prodotto in grado di durare a lungo e costituire una preziosa riserva di cibo e anche di guadagno…
Siamo nel 1939. La mezzadria è ancora il sistema di coltivazione più diffuso nelle nostre valli. La vita è dura e i contadini accolgono come manna dal cielo ogni possibilità di metter da parte qualche soldo per i periodi di magra.


Così 114 contadini della Val Ceno e della Val Pessola decidono di mettere assieme il poco latte avanzato dalle produzioni che servivano loro per vivere per fare e vendere il Parmigiano Reggiano.
Il Consorzio di tutela di questo prodotto, che diverrà il simbolo della Food Valley parmense, era nato pochi anni prima, nel 1934.


Un caseificio accanto al fiume, dove il latte arriva a dorso di mulo

I soci della neonata cooperativa chiedono e ottengono dalla curia vescovile di Parma alcuni locali in affitto a Serravalle Ceno, sulla riva del fiume, vicino all’antico Battistero.

La cooperativa allora si chiamava semplicemente “Caseificio Serravalle Ceno” e il primo anno la produzione media era di tre forme al giorno, più piccole di quelle di oggi, e solo nei mesi estivi. Da novembre a marzo, infatti, la produzione si fermava perché il latte si trasportava fino al caseificio a dorso di muli o cavalli e le poche strade diventavano impraticabili d’inverno.

'60/'70

L'industrializzazione spopola le campagne, ma i casari non s'arrendono

Solo negli anni ’60 quando vennero costruite le strade che collegavano tra loro le vallate attraversando i fiumi, divenne possibile lavorare anche nei mesi freddi, producendo il famoso “vernengo”, il Parmigiano Reggiano invernale, che nasceva da mucche alimentate solo con fieno secco.

Gli anni ’70 segnarono anche nelle nostre valli la fine della mezzadria e l’inizio della modernità e dell’industrializzazione, ma anche dello spopolamento e dell’abbandono delle campagne. 
Di 114 soci ne restarono solo 40, ma la produzione aumentò, grazie alla meccanizzazione e alle nuove tecniche di lavorazione. Anche le aziende agricole, finora piccole e di sussistenza, cominciarono a ingrandirsi e specializzarsi.

'80

Cresce la produzione, si rinnovano i locali... resta la qualità!

Negli anni ’80 il caseificio, sempre rimasto lì dove era nato e dove ancora si trova, era diventato ormai troppo piccolo e bisognoso di restauri. I soci rimasti acquistano i locali dalla curia e danno il via ai lavori.
Con il nuovo millennio il caseificio, si rinnova ancora per adeguarsi alle nuove norme e, accanto all’area di produzione, sorge il nuovo magazzino, nel quale vengono ospitati i formaggi durante la lenta stagionatura.


2015

La nuova bottega: acquisti, eventi, degustazioni

Nel 2015 altri lavori portano a raddoppiare gli spazi a disposizione di clienti, fornitori e… formaggi! Viene infatti realizzato il nuovo punto vendita, che ospita anche salumi, vini e altre bontà del territorio, ed è anche un bar in cui gustare un caffè o farsi preparare un panino per una gita domenicale in Appenino o un picnic in Ceno. Al piano superiore del negozio c’è l’ampio salone per eventi e degustazioni e sul retro il portico per far stare all’asciutto i camion che trasportano il latte dalle stalle dei soci al caseificio. Nello stesso anno, a novembre, il caseificio riceve una civica benemerenza in occasione della festa di San Martino, Patrono di Varano de’ Melegari, per aver contribuito allo sviluppo del Paese, e vince anche un premio per il suo Parmigiano Reggiano 60 mesi al World Cheese Award di Birmingham: un’ottima annata!

Oggi

80 anni e… la storia continua!

Nel 2019 abbiamo festeggiato gli 80 anni di attività ma non ci siamo montati la testa. Ancora oggi il caseificio, che si chiama “Il Battistero” in omaggio all’illustre monumento che da sempre veglia sul suo operato, lavora il latte dei suoi soci, latte fresco delle nostre valli ancora incontaminate da insediamenti industriali e lontane dalla città per produrre un Parmigiano Reggiano di montagna e altri prodotti di elevata qualità.